Colonna di San Giorgio

Dettagli del luogo

La colonna a S .Giorgio, che si erge nel mezzo della piazza titolata allo stesso Protettore, testimonia il sentimento di riconoscenza dei Bagnolesi per il Santo che li ha preservati da un evento straordinario.

Descrizione

Bagnolo soleva festeggiare civilmente il Protettore nella prima domenica di settembre, ricorrenza della consacrazione della Chiesa Matrice dedicata a S. Giorgio avvenuta il 4 settembre 1851. Il 30 agosto 1838 mentre i fedeli "frequentissimi" partecipavano alle funzioni in preparazione della festa religiosa imminente, un violento quanto improvviso temporale si abbatteva sul paese e una serie di fulmini colpiva la chiesa danneggiandola. Si tramanda che una "lingua di fuoco", entrata nella navata centrale gremita di gente, senza recare danno ad alcuno, si sia fermata tra le braccia del Santo e su di esse abbia scaricato la sua violenza rompendone una. L'accaduto fu interpretato come monito dal Protettore verso il paese che, proprio in quell'anno per problemi economici, non aveva predisposto i festeggiamenti civili; fu deciso di erigere la colonna a ricordo dell'evento prodigioso ed i lavori iniziarono nel medesimo anno. Totalmente in pietra leccese, il monumento, poggia su una rude spianata di roccia in parte scavata da sepolture antistanti la precedente Chiesa, demolita nel 1848. A tale proposito il leggendario don Donato Schiattino soleva dire " v'aggiu lliatu li cuti te mmenzu 'lla chiazza", mentre il suddiacono Vincenzo Villani (di Cannole), con meticolosa diligenza, annotava. La colonna stilisticamente si richiama alla tradizione salentina dell'800, che interpreta, secondo consuetudini locali, la manieristica del tempo; è composta da tre sezioni rispettivamente più strette, per un'altezza totale di m. 15,60. La prima parte, costituente il basamento, reca sui quattro lati le lapidi marmoree con incisi i nomi dei Bagnolesi caduti nella grande guerra e termina con una balaustra traforata che le conferisce inattesa leggerezza. Il secondo settore, la componente più nobile della struttura è anch'esso a sezione quadrata, è lungo 4 metri e presenta le facciate illuminate da cornici che racchiudono: lo sbalzo dello stemma comunale insieme alla data di costruzione ed il nome del Sindaco dell'epoca (a sud); le indicazioni del luogo in cui sorgeva la precedente Chiesa Matrice (a scirocco); una invocazione a S. Giorgio protettore (a tramontana); la commemorazione del fatto prodigioso (ad ovest). Le iscrizioni sono in latino ed è credenza diffusa che siano state suggerite dallo stesso don Donato Schiattino. La restante sezione, più alta e sottile (m. 4,50), con gli spigoli arrotondati a mezza colonna, reca in cima la statua del Santo in pietra leccese. La scultura, anch'essa inserita nei canoni spontanei di arte sacra, è di tipica fattura artigianale e si compone di quattro segmenti attraversati da un'asta in ferro; raffigura il Santo, in tenuta guerriera (corazza, elmo, lorica e lancia di legno), nell'atto di trafiggere il drago ai suoi piedi. Contrariamente alla tradizione che lo vuole a cavallo, qui S. Giorgio è effigiato a piedi con palese richiamo all'immagine lignea, conservata in Chiesa, che si suole portare in processione. Non abbiamo testimonianze documentali circa la costruzione del monumento e pensiamo che l'onere dell'opera sia stato assunto, quasi esclusivamente, dalla famiglia Papaleo. I nostri anziani raccontano, per sentito dire, di maestranze locali, di "pizzotti" portati a spalla e tirati su con le "zzuche", di mirabolanti "conze" (impasti di "piuma" e albume d'uovo). Nel tempo la colonna non ha subito variazioni, salvo la collocazione (1929) delle lapidi commemorative dei caduti della prima guerra mondiale. Al contrario l'area circostante è stata oggetto di molteplici trasformazioni: nel 1932-33, attorno al suo perimetro, furono poste quattro colonnine in selce di Soleto, collegate con una catena d'ancora proveniente da una nave in disarmo nel porto di Taranto; tra il 1938-39 si aggiunsero quattro fusti dalla fonderia di Molfetta che reggevano i "culobbi" elettrici; successivamente "parme e ccittoi" ne fecero una piccola oasi; infine le moderne esigenze di viabilità ne hanno ridotto il perimetro alle attuali dimensioni. Nel maggio del 1987 si evidenziano torsioni nelle sezioni della statua e la frattura del basamento, addebitate alle vibrazioni provocate dal traffico che si volge in piazza; dopo un intervento in emergenza della locale impresa, Campa Carmine, fu necessaria l'azione della sovrintendenza per il ripristino dell'originale stabilità.

Modalità di accesso

Ampio parcheggio

Indirizzo

73020 Bagnolo del Salento LE

Ultimo aggiornamento: 13/03/2024, 11:29

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