Descrizione
Storia del Comune
STEMMA
L'esistenza dei segni identificativi ha origini remote ed è comune a molti popoli:i Romani recavano insegne in battaglie e nelle terre conquistate. La moderna araldica fa risalire l'uso dei blasoni al tempo delle Crociate (epoca dei Normanni e Svevi, dominatori del meridione).
Nel Salento gli Stemmi Comunali furono introdotti da Alfonso d'Aragona re di Napoli e Sicilia (1442-1458), ma non è dato sapere a quando risalga quello di Bagnolo.
La Consulta Araldica, istituita nel 1869 e abolita dalla Costituzione Repubblicana (1948), stabiliva che gli Stemmi dello Stato fossero regolati dal regio Decreto del 27/11/1890 il quale specificatamente ai Comuni precisava che: Province, Comuni ed Enti morali, non potessero utilizzare la Stemma di Stato, bensì l'arma o il simbolo del quale avessero ottenuto la concessione o riportato il riconoscimento della Commissione Araldica che li coniava e confermava. Dal 1948 un ufficio, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ne fa le veci.
Nella cattedrale di Otranto, nell'area mosaico che ricopre il transetto, fra le tante, risalta l'immagine di una Sirena, dalla cintola in giù il pesce bicodato, corpo e testa di donna, mentre le mani reggono le due code rivolte all'insù (atteggiamento interpretato come esaltatore dell'implicito carattere seduttivo).
L'attuale gonfalone di Bagnolo mostra una Sirena, dalle forme prosperose, in atto di suonare la lira (frutto di recenti elaborazioni). Ma nel 1928, quando l'allora podestà, Antonio Papaleo, commissionava all'artista leccese, Realino Sambati, due stemmi in rame per il Comune e la M.V.S.N. (milizia volontaria sicurezza nazionale), come ancora prima dell' 800 (si evince dalla colonna a San Giorgio, dalla cappella Mater Domini, dai timbri municipali e parrocchiali), la Sirena, emblema di Bagnolo, appariva bicodata e non diversa da quella del mosaico otrantino. Tale corrispondenza induce ad ipotizzare che a quell'opera musiva (1163-1165), antecedente all'elevazione ad "universitas casali Balneoli" del XV secolo sia ispirata quella del paese.
COAT OF ARMS
The existence of identification signs has remote origin and it is shared by lots of communities: the Romans brought emblems with them in battles and conquered lands. The modern heraldry brings back up the use of blazons at the age of the Crusades (the age of Normans and Swabians rulers of Southern Italy).
In Salento, the coats of arms of municipalities were introduced by Alfonso of Aragon, King of Naples and Sicily (1442-1458) but we can't know the exact beginning of the one of Bagnolo del Salento.
The heraldic council, instituted in 1869 and abolished by the Constitutional Republic (1948), established that the Official Badges of the State were regulated by the royal decree of 27th November 1980 that, in particular, explained that: provinces, municipalities and moral authorities cannot use the Official State Badge but the arm or the symbol of which they should have obtained the concession or they should have reported the recognition of the heraldic board that coined and confirmed them. Since 1948, a department deputizes for it in the Council of Ministers.
In the mosaic area that covers the transept of the cathedral of Otranto, the image of a Siren stands out between the too many, from the waist down fork-tailed fish, body and head of woman, while her hands are holding the two fork in high oriented (attitude interpreted as exalting the implicit seducer character).
The present gonfalon shows a curvy Siren playing the lyre (outcome of recent elaborations). But in 1928, when the then-podestà Antonio Papaleo commissioned to Realino Sambati, an artist from Lecce, two copper coats of arms for the municipality and the M.V.S.N. (Voluntary Militia for National Security), just like even before the XIX century, (as we can gather from the column of St. George, the chapel Mater Domini, the municipal and parish stamps) the Siren, emblem of Bagnolo, appeared fork-tailed and not different form the one of the mosaic of Otranto. This correspondence leads to hypothesize that it was to that mosaic work (1163-1165), antecedent to the promotion of "universitas casali Balneoli" of the XV century, that was inspired the one of the village.
CENNI STORICI
Il primo fondamento storico conosciuto, ci è trasmesso dallo storico DOLORICO AVRICINO che annovera i Bagnolesi fra le genti salentine che, nel 1166, si oppongono alle milizie di Guglielmo II, venuto in terra d' Otranto per scalzarvi l'ortodossia greca, cui l'esistente cappella di Mater Domini (un tempo S. Maria d'Idria) con i resti affrescati, ne testimonia l'apparenza.
Nel 1190 l'allora "casale Balneoli" diviene feudo del barone Ruggero Montefusco (cavaliere franco di Normandia, giunto al seguito dei Normanni), al quale è assegnato da Tancredi d'Altavilla, conte di Lecce, in compenso per aver contribuito alla liberazione dei suoi familiari (madre, moglie Sibilla e figlio Ruggero) esiliati in Grecia da Ruggero II. Nel 1400, dopo alterne vicende e sequele di signori, Bagnolo passa a Maria d'Enghiel (1367-1446), contessa di Lecce, (moglie di Raimandillo Orsini del Balzo principe di Taranto) che, il 12 agosto 1429, la cede per 300 once, all'ospedale di Santa Caterina della Terra di S. Pietro in Galatina, fondato dal marito e amministratore dei frati minori francescani.
Da allora Bagnolo (circa 200 abitanti) segue i destini dell'Istituto Cateriniano fino all'eversione della feudalità e alla soppressione, nel 1807, dell'attività dei monaci Olivetani, subentrati (nel 1507) ai minori nella gestione ospedaliera.
Le vicende del paese continuano in un anonimato silenzioso e privo di sussulti, comune alle piccole comunità salentine, fino ai giorni nostri.
A metà del xix secolo, registra un sostanziale, seppure contenuto impulso, che si traduce nell'evoluzione della struttura urbanistica: nel 1851 si inaugura la chiesa parrocchiale titolata a S. Giorgio, poco dalla precedente (antichissima e abbattuta solo 3 anni prima; nel 1870 vengono ultimati 2 splendide dimore signorili (palazzo Papaleo); nel 1889 si innalza l'osanna al protettore.
HISTORY
The tradition alludes to the existence of watering places in homage to the etymology of the name (Balneum-Balneolum) and it attributes roman origin to the village.
The first historic foundation known was introduced by the historian DOLORICO AVRICINO who numbers the people from Bagnolo between that one of Salento who opposed the militia of Guglielmo II, who came to Otranto in order to remove the Greek orthodoxy, of which the Mater Domini chapel (once St. Mary of Idria) testify the belonging with the fresco remains.
In 1190 the then-"hamlet Balneoli" became feud of the baron Ruggero Montefusco (Frankish knight of Normandy, arrived following the Normans) to whom it was assigned by Tancredi d'Altavilla, count of Lecce, to make up for having contributed to the liberation of his family (his mother, his wife Sibilla and his son Ruggero) exiliated in Greece by Ruggero II. In 1400, after the alternate sequence of events between the lords, Bagnolo got to Maria d'Enghiel (1367-1446), countess of Lecce, (wife of Raimondello Orsini del Banzo, Prince of Taranto) who gave it up for 300 ounce to the St. Caterina della Terra of St. Pietro in Galatina, founded by her husband and administrator of the minor Franciscan Friars.
Since then, Bagnolo (around 200 inhabitants) kept on following the fate of the St. Caterina Institute until the subversion of the feudal system and the suppression of the Olivetan monks activity in 1807, succeeded to the minor friars for the hospital management in 1507.
The happenings of the village have continued with a silent anonymity without hitches, shared by the small communities of Salento, until this day.
By mid-nineteenth century, Bagnolo registered a substantial even restrained impulse, linked to the evolution of the urban structure: in 1851 the parish Church was inaugurated and dedicated to St. George (just 3 years after the demolition of the antique preceding one); in 1870 two wonderful and refined dwelling were completed (Papaleo palace); in 1889 the hosanna was acclaimed to the Preserver.